Cosa sappiamo noi degli eroi? Poco, forse niente, a giudicare dai miti
diffusi ed idolatrati nei nostri giorni: colorite figure da sbiadito fumetto,
cowboy indomiti senza troppe paure, stelle del firmamento televisivo da Grande
Fratello...La pena caratterizza il presente, ecco la verita' piu' cruda: vuoto
di idee e di slanci verso il futuro, ammasso di uomini senza ricordo ne' ideale.
Eppure di eroi e di condottieri si riempi' la Storia nostra e quella altrui, la
vita che ando' compiendosi e soprattutto quella che resto' sconfitta ma bella
fino in fondo. Ma il presente, si sa, e' avaro di riconoscenze meritate; quelle,
appartengono infatti sempre al futuro: "La Storia ci dara' ragione",
scandivano nei cortei qualche decennio fa, cogliendo il senso della vita e della
lotta, i giovani sconfitti... Ai condottieri ed ai capi popolo, poi, il destino
piu' beffardo: sputi in vita ed applausi ai funerali.
E cosi' gli applausi, migliaia di applausi, ritmarono l' ultimo giorno in Terra
del "Leone", coronarono una vita poetica fatta di lotta santa per la
liberta' e di sogni mai realizzati fino in fondo... di rimpianti potremmo anche
aggiungere, ma sporcheremmo poi una bella poesia, la poesia di Ahmed Shah Massud.
Traditori della Patria afgana, assassini sovietici della bestia rossa, Taliban
ipocriti e corrotti, tremate ancora al suo ingiallito ricordo? O avete
dimenticato, lo avete voluto dimenticare, il leone del Panshir?
Nato quarantanove anni fa nell'estremo nord dell' Afghanistan, Ahmed Shah Massud
si costrui' il proprio destino intrecciandolo continuamente con la storia
recente della propria Nazione. Quando nel 1978 prese ufficialmente il potere in
Afghanistan il minoritario partito comunista locale (PDPA) in seguito alla
Rivoluzione di Aprile appoggiata dall' Unione sovietica, il giovane Massud, che
a quei tempi passava le proprie giornate pregando Allah e studiando ingegneria
presso l'Universita' di Kabul, inizio' a farsi notare per lo spirito ribelle.
Colui che in futuro sarebbe stato soprannominato dai suoi uomini il "Leone
del Panshir" a causa della sua terra di origine e delle sue indiscusse
capacita' militari, gia' allora non sembrava, infatti, attratto da una vita
sedentaria ed incolore. In seguito alla laicizzazione dello Stato imposta dal
governo fantoccio di Kabul (pilotato in verita' direttamente da Mosca) ed all'
attacco, portato dallo stesso, al Tradizionalismo vivo del popolo afgano, Massud
decise di ritirarsi tra le montagne afgane per dar vita alla resistenza anti
sovietica. Fu cosi' che Corano e moschetto, sangue e disperazione si mischiarono
tragicamente insieme in un'eroica e poetica guerra di liberazione nazionale.
Mentre Mosca decideva nel 1979 di impiegare direttamente l' armata rossa per
imporre definitivamente il comunismo in Afghanistan - il governo filo sovietico
di Kabul infatti, pur ricorrendo alla politica del terrore, all' utilizzo
massiccio dell' esercito e, soprattutto, ai terribili servizi segreti afgani (KHAD)
preparati per anni dal KGB, non fu mai in grado di placare la ribellione
popolare - i mujhaeddin (soldati della Fede) dettero prova della loro
grandissima forza d'animo e coraggio combattento strenuamente per la liberta'.
L' Afghanistan dimostro' cosi' al mondo di cosa fosse fatto il suo popolo, un
popolo da sempre diviso al suo interno ma in grado di riunirsi e di
ricompattarsi di fronte al nemico straniero. Nel 1992, dopo una lunghissima
guerra nella quali i sovietici si macchiarono di spaventosi crimini sulla
popolazione che costarono all' Afgfhanistan quasi 1 milione e mezzo di
morti(bombardamenti al napalm ed al fosforo sui villaggi, stragi di civili
mediante avvelenemanto di acque potabili, uccisione di bambini attraverso lancio
dagli aerei di giocattoli che nascondevano all' interno mine anti uomo) l'
Armata Rossa ed il regime comunista afgano vennero definitivamente sconfitti. L'
Afghanistan libero si ritrovo' cosi' "costretto" a confrontarsi con la
pace pur non conoscendo piu' nient' altro che la guerra...e da libero l'
Afghanistan conobbe ancora guerra. I mujhaeddin si divisero in moderati ed
integralisti e lo scontro derivante da questa divisione si sposto', ben presto,
dal piano politico a quello militare. Kabul si trasformo' in un campo di
battaglia sopra il quale i miliziani fondamentalisti di Hekmaktiar e del
generale Dostum (appoggiati dal Pakistan) si scontrarono violentemente con le
truppe di Massud. Nel 1994, l' Afghanistan era divenuto un Paese in cui l'
anarchia e la sofferenza dominavano incontrastate; un Paese il cui futuro non
appariva altro che un giorno nero senza speranza.
Nel dolore e nell'abbruttimento del popolo afgano si inserirono i Taliban.
Afgani di etnia Pashtun provenienti dai campi profughi pakistani, gli
"studenti di sapienza islamica"(questa la corretta traduzione del
termine "Taliban") piuttosto facilmente presero il potere in
Afghanistan: il popolo, provato ed umiliato dalla guerra civile, non desiderava
altro che pace e stabilita' ed i Taliban, nella loro semplicita' politica,
promettevano abilmente una ricostruzione nazionale. Dopo aver conquistato Kabul
nel 1996 ed aver "schiacciato" nel nord del paese Ahmed Shah Massud (l'
unico comandante che, in quegli anni, difese la capitale afgana fino alla
sconfitta), il movimento dei Taliban mostro' al mondo e, soprattutto all'
Afghanistan, il suo vero volto. Sostenuti e finanziati esplicitamente dal
Pakistan e, durante la loro ascesa, dagli Stati Uniti, i nuovi signori di Kabul
imposero la Sharia ai poveri disgraziati afgani dimenticando, pero', di imporla
a loro stessi: pur lottando pubblicamente contro la prostituzione, molti Taliban
dal bianco turbante finirono piu' volte, e senza pagare, all'interno dei Qala
(case di piacere); pur denunciando a gran voce la corruzione, le guardie del
Corano si trovarono ben presto a scarcerare " peccatori" che non
avevano rispettato la Sharia ma che avevano, se non altro, parecchi Afghanis
(moneta afgana) nel portafoglio; pur promettendo la distruzione dei campi di
papavero, i soldati della Fede, fatti due conti economici con un pallottoliere,
convennero sul fatto che, in fondo, i morti causati dalla loro droga sarebbero
stati sepolti in cimiteri cristiani; pur proclamando la rinata fratellanza tra i
gruppi etnici del Paese, i Pashtun dalle lunghe barbe, ricordando i modi ribelli
ed un tantino rudi degli Hazara, decisero di porre fine a qualche esistenza di
troppo (per loro), tra cui quella di numerosi bambini torturati e massacrati
senza troppe scuse o pentimenti...
Primi giorni di settembre dell'anno 2001.
Ahmed Shah Massud combatte stancamente la sua guerra. Sono ventanni che
combatte: prima contro i sovietici, poi contro gli oppositori integralisti,
infine contro i Taliban. Il Leone del Panshir ha speso i suoi anni migliori
lottando per la liberta', non e' esente da colpe e morti di troppo, ma ha quasi
sempre percorso - non e' poco - le vie dell'etica e dell'onore militare. I
tempi, pero', cambiano e gli altri, gli assassini mascherati da soldati che la
Storia non ricordera' mai, se ne fregano della morale e della romantica poesia
di una guerra giusta nei fini e nei mezzi. Cosi' accade un giorno che due
briganti arabi, fedeli a Bin Laden e travestiti per l'infame occasione da
giornalisti televisivi, decidano di farsi saltare in aria ponendo fine alla vita
di un Leone, di un Leone di nome Massud. "Allah e' grande" avranno
gridato i bastardi saltando per aria e portando a termine la loro missione;
"Allah e' grande" urlava, ugualmente, il Leone quando si scagliava sui
nemici della Patria afgana... Eppure oggi, nella casa di Allah, nella casa di
Dio, siamo convinti che si senta solamente un unico suono, un unico suono
tragico e fiero: non e' il rumore cupo della dinamite, bensi' il ruggito Santo
di un Leone...
Skoll